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I Peccatori: Il blues come voce dell’anima e di denuncia

Mississippi, 1932. Demoni, magia e musica si intrecciano in una pellicola intensa e vibrante, dove il blues diventa l’anima pulsante di una storia di redenzione e peccato.

Nel panorama cinematografico del 2025, I Peccatori, diretto da Ryan Coogler, ha lasciato il segno non solo per la sua audace combinazione di horror, critica sociale e musicalità, ma anche per l’importanza cruciale attribuita alla colonna sonora, composta da Ludwig Göransson già collaboratore di Coogler in Black Panther, che assume un ruolo centrale nella narrazione, divenendo strumento di immersione, riflessione e denuncia.

Il film segue le vicende di Smoke e Stack, due fratelli in fuga da un passato oscuro, e di Preacher Boy, un giovane prodigio musicale. In un Sud oppresso dalla Grande Depressione e dalle tensioni razziali, i loro destini si intrecciano in un viaggio tra juke joint, campi di cotone e chiese di campagna, dove il blues rappresenta l’unica via di fuga dalla disperazione.

Göransson ha svolto un lavoro meticoloso per catturare l’essenza del blues afroamericano degli anni ’30. Utilizzando strumenti d’epoca come una Dobro Cyclops del 1932, un vecchio pianoforte scordato e armoniche polverose, e ispirandosi a registrazioni storiche di Robert JohnsonTommy Johnson e Son House, il compositore ha restituito un suono autentico e viscerale. Il processo creativo è stato arricchito da un viaggio nel Delta del Mississippi, dove Göransson e la moglie Serena, violinista classica, hanno visitato juke joint storici e collaborato con Lawrence “Boo” Mitchell, erede della tradizione blues e proprietario dei Royal Studios di Memphis, che ha condiviso la sua profonda conoscenza del genere, offrendo preziosi consigli su strumentazione, arrangiamenti e tecniche di registrazione.

In video il trailer del film

L’approccio adottato è stato fortemente etico. Consapevoli del significato culturale del blues, i Göransson hanno lavorato in sinergia con artisti e comunità locali per rendere omaggio a una musica profondamente legata alla sofferenza, resistenza e spiritualità del popolo afroamericano. Serena Göransson ha parlato di un senso di responsabilità nel trattare queste sonorità, considerandosi una “custode” temporanea di una cultura musicale non propria.

La musica quindi non è un mero sottofondo, ma un elemento attivo della narrazione. Funge da collante emotivo, evocando contesti storici e culturali e accompagnando i momenti più intensi del film.
Le 22 tracce della colonna sonora, rilasciate da Sony Masterworks il 18 aprile 2025, raccontano in parallelo le vicende dei protagonisti. Ogni brano è un tassello di un mosaico sonoro che riflette emozioni, conflitti interiori e percorsi di emancipazione.

Ad anticipare l’uscita della pellicola è stato il singolo di successo Sinners, interpretato da Rod Wave, capace di emozionare e rendere credibile l’unione dell’anima blues alle sonorità moderne, creando un’esperienza musicale profonda e coinvolgente sui temi del peccato e della redenzione.

Sono presenti sia brani originali composti da Göransson, come l’ossessionante Devil’s Blues, che accompagna le visioni di Preacher Boy, o il toccante Brothers in Pain, che sottolinea il legame indissolubile tra Smoke e Stack, sia reinterpretazioni di classici del blues, come Cross Road Blues di Robert Johnson e Dark Was the Night, Cold Was the Ground di Blind Willie Johnson, che aggiungono ulteriore autenticità alla colonna sonora.

Video di Sinners, singolo del film

Uno degli aspetti più rilevanti de I Peccatori è la sua lucida analisi dell’appropriazione culturale e dell’oppressione sistemica subita dalla popolazione afroamericana. Il film denuncia il modo in cui la musica afroamericana, e in particolare il blues, è stata storicamente saccheggiata e monetizzata da artisti bianchi. Ma va oltre: rappresenta l’aggressore bianco non solo come minaccia storica, ma come figura soprannaturale, che cercano di assorbire l’essenza vitale e culturale della comunità afroamericana.

Questa trasformazione simbolica dell’oppressore in creatura demoniaca, caratterizzato invece da influenze musicali di generi folk e irlandesi, accentua l’idea di sfruttamento e cancellazione dell’identità nera. Il pericolo non è solo fisico, ma spirituale e culturale: un consumo predatorio della cultura afroamericana da parte di una società dominante che, ieri come oggi, cerca di appropriarsi di ciò che non le appartiene. Il film diventa così un grido d’allarme, una denuncia artistica e politica.

I Peccatori ci invita a confrontarci con un passato e un presente doloroso, attraverso una storia intensa accompagnata da note blues mescolate a sonorità contemporanee. La musica di Ludwig Göransson non è solo un omaggio: è uno strumento per comprendere la forza interiore dei protagonisti e la loro capacità di trovare speranza anche nelle circostanze più difficili. Un film che lascia spazio alla riflessione.

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