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Queens of the Stone Age: 15 luglio 2025 al Pistoia Blues Festival

Ehhhh, l’articolo su i Queens of the Stone Age potrebbe essere completo e composto da una sola frase: Dave Grohl (Nirvana – Foo Fighters) ha suonato la batteria su quasi tutte le tracce dell’album Songs for the Deaf, terzo lavoro in studio dei QOTSA, uscito nel 2002. Flyby!

Lasciare da parte i sentimentalismi non è facile quando si parla di una band così ma proveremo a fare i professionisti. Da più di vent’anni i Queens of the Stone Age rappresentano una delle incarnazioni più affascinanti del rock contemporaneo. Nati dalle ceneri dei pionieri del desert rock Kyuss, i QOTSA si sono affermati grazie a una miscela unica di stoner, hard rock e psichedelia contaminata, attraversando le epoche con una voce inconfondibile e una tensione sonora costante tra il caos e la precisione. Sin dai primi lavori la band capitanata da Josh Homme ha dimostrato una rara capacità di rinnovarsi pur restando fedele a un’estetica tagliente, sensuale e ipnotica. Il debutto omonimo del 1998 è un manifesto di minimalismo fuzz, mentre Rated R amplia l’orizzonte con esperimenti ritmici e liriche provocatorie come quelle dell’iconica Feel Good Hit of the Summer, un elenco ironico di sostanze che diventa paradossalmente un brano da cantare in coro. Il vero punto di svolta arriva nel 2002 con Songs for the Deaf, album ormai leggendario non solo per la sua struttura da concept radiofonico, ma anche per la presenza alla batteria di Dave Grohl, che regala ai brani una potenza dinamica inaudita. No One Knows e Go with the Flow sono due esempi perfetti di come i QOTSA riescano a unire groove irresistibile e una tensione oscura, creando pezzi che si sedimentano nell’immaginario collettivo. Dopo il successo mainstream, la band intraprende una traiettoria più complessa: Lullabies to Paralyze (2005) e Era Vulgaris (2007) abbandonano le melodie più immediate in favore di atmosfere più abrasive e introspettive. È il periodo in cui i testi diventano più criptici, le chitarre più spigolose, i ritmi più angolari. Sick, Sick, Sick e Make It Wit Chu (nata nelle Desert Sessions) mostrano le due anime della band: da una parte il caos controllato, dall’altra una sensualità rarefatta, bluesy, quasi crooner.

Con …Like Clockwork, l’universo QOTSA si fa più cinematico. Brani come I Appear Missing e The Vampyre of Time and Memory portano con sé una riflessione sulla vulnerabilità e sulla disillusione, dando voce a un Homme più melodico e lirico che mai. L’album, arricchito da ospiti come Elton John, segna una maturità compositiva che culmina in un’architettura sonora più riflessiva senza perdere l’ossessione per il dettaglio sonico. Nel 2017, con Villains, prodotto da Mark Ronson, la band sterza verso ritmi più danzerecci e colori glam senza però cedere al facile pop. The Way You Used to Do è un blues contorto e swingato, con un Homme che si diverte a mescolare groove e teatralità, l’elettronica e il funk diventano nuove armi nel loro arsenale. Nel 2023, con In Times New Roman…, i Queens tornano a una forma più grezza, più ermetica, quasi primitiva. Interamente autoprodotto l’album lascia da parte le raffinatezze di Villains per abbracciare una ruvidità che ricorda i loro inizi desertici. La chitarra torna protagonista piena di distorsione e sudore valvolare. Brani come Paper Machete e Time & Place sono bordate di riff ossessivi in cui il testo si fa strumento di aggressione emotiva. Sotto la superficie abrasiva, emergono anche momenti di sorprendente delicatezza, in Carnavoyeur ad esempio, la voce si fa quasi contemplativa, guidata da un groove ipnotico e da archi sognanti che evocano i Doors. Homme canta: “Ogni cosa vivente morirà”, lo fa con una dolcezza straziante, come se la consapevolezza della fine fosse un punto di liberazione. Il brano Emotion Sickness spicca per la sua dualità: chitarre acide e un ritornello che si apre alla luce, la contraddizione diventa poetica e il gioco tra melodia e rumore torna a essere il cuore pulsante della band. Come spesso accade nei loro brani migliori la linea tra attacco e carezza si fa sottilissima.

Questo spirito inquieto e imprevedibile sarà protagonista anche dal vivo: i Queens of the Stone Age torneranno in Italia per un’unica data esclusiva il 15 luglio 2025, sul palco del prestigioso Pistoia Blues Festival. Un’occasione imperdibile per ascoltare dal vivo i brani dell’ultimo album accanto ai grandi classici che hanno definito una generazione.

A oltre due decenni dall’inizio del loro percorso, i QOTSA sono ancora capaci di fare rumore nel senso più pieno del termine. Non solo suonano forte, ma fanno rumore dentro, scavano, sporcano, provocano ma soprattutto non smettono mai di sorprendere. Che siano tra le sabbie roventi della California o tra le luci soffuse di un teatro barocco portano con sé un’urgenza espressiva che non tiene conto dell’inesorabile scorrere del tempo. Flyby!

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