Nashville è da sempre la capitale della musica country, ma sotto la sua superficie si sta facendo largo una nuova onda sonora. Gloom Girl MFG, quartetto punk nato nel 2021 in un seminterrato di East Nashville, sta riscrivendo le regole del gioco con un sound che fonde grunge, post-punk e indie in un’esplosione emotiva senza compromessi.
Un quartetto che non ha paura di osare
Formati da Paige MacKinnon (voce e chitarra), Ethan Waggoner (chitarra), Stephen Sobolewski (basso) e Connor McCourt (batteria), i Gloom Girl MFG, si sono distinti per la loro energia travolgente e la capacità di mescolare influenze diverse in un mix unico. La loro musica si fa portavoce di emozioni contrastanti, in viaggio dalla rabbia alla vulnerabilità, passando attraverso l’ironia verso una critica sociale tagliente.
Non si tratta solo di rabbia giovanile o di lamenti generazionali: i testi dei Gloom Girl MFG affrontano di petto le contraddizioni del presente, con una lucidità che brucia. Parlano di burnout emotivo, alienazione urbana, ipocrisie sociali, sfruttamento capitalista, ansia climatica e quel senso costante di “fine imminente” che si respira ovunque, ma di cui pochi hanno il coraggio di parlare davvero. Non fanno sermoni, bensì racconti di storie vissute, spesso sporche ma sempre sincere. E nel rumore controllato dei loro brani, c’è tutta la voglia di non lasciarsi sopraffare.
“Polycrisis”: un EP che racconta il caos del mondo moderno
Il loro secondo EP, Polycrisis — prodotto da Brad Shultz dei Cage The Elephant — non è solo un passo avanti nella loro evoluzione: è un vero e proprio manifesto esistenziale. Sei tracce che non cercano compromessi, ma scavano a fondo nel caos emotivo e sociale del presente. Si passa dal punk abrasivo di Crimes, un brano che suona come un pugno allo stomaco contro l’indifferenza e la repressione, alla delicatezza ruvida di Damaged, che racconta la fragilità con una sincerità disarmante, senza mai scadere nella retorica.
“Damaged” è un ottimo esempio e, se c’è una canzone che dovresti ascoltare subito dopo aver letto questo articolo, è proprio quella. Parte a un ritmo più lento rispetto al resto dell’album, ma i riff crescono con la velocità della speranza illusoria, per poi schiantarsi con l’ancora più rapida brutalità della realtà.
E in modo poetico, è perfetta […]
Il titolo Polycrisis è tutto tranne che casuale. La band lo usa per descrivere l’accumulo simultaneo di crisi — personali, politiche, ambientali, digitali — che si intrecciano e si alimentano a vicenda, lasciandoci spesso in uno stato di stordimento collettivo. È il ritratto sonoro di una generazione cresciuta tra crolli economici, social media tossici, cambiamento climatico e un senso costante di precarietà esistenziale. Ma invece di cadere nel vittimismo, Gloom Girl MFG reagisce con arte, con rumore e con parole vere.
È terapeutico. ‘I Love You’ parla di quanto l’amore possa rendermi brutta. Non è solo una cosa meravigliosa. Lo è, ma può rendermi cattiva, gelosa, arrabbiata, tutte queste emozioni negative, e per me è difficile da elaborare. Quindi scrivere è il mio modo per farlo.
Dal loro debutto nel 2022, i Gloom Girl MFG hanno conquistato la scena underground di Nashville, suonando in locali come The Basement, The East Room e The 5 Spot. La loro presenza scenica magnetica e la capacità di coinvolgere il pubblico li hanno resi una delle realtà più promettenti della scena rock alternativa.



Il futuro è nelle loro mani
Con nuovi concerti all’orizzonte e altro materiale in lavorazione, i Gloom Girl MFG non hanno alcuna intenzione di rallentare. Nashville è stato solo il punto di partenza: adesso la loro traiettoria guarda ben oltre, pronta a invadere palchi e cuori ovunque ci sia qualcuno disposto ad ascoltare qualcosa di vero.
La loro missione è chiara come una chitarra distorta sparata a tutto volume: fare musica che non si piega, non si trucca, non si vende. Ogni brano è un piccolo rifugio costruito con passione e lucidità. In un’epoca in cui tutto sembra filtrato, confezionato, anestetizzato, i Gloom Girl MFG sono un colpo di realtà. Un muro sonoro su cui appoggiarsi quando tutto intorno vacilla.
punk’s not dead – it’s just in rehearsal til midnight