Ci sono batteristi che suonano la batteria e poi ci sono batteristi capaci di conferire un’anima a un’intera band. Preciso, eclettico e mai banale, il drumming di Rick Buckler ha dato forma all’inconfondibile sound dei The Jam, una delle band più iconiche del rock britannico.
La sua scomparsa, avvenuta lo scorso 17 febbraio, segna la fine di un’era per i fan del gruppo e per chiunque abbia vissuto l’energia della scena mod revival. Nato nel 1955, Rick Buckler è stato uno dei membri fondatori dei The Jam, band britannica formata nel 1972 a Woking, Surrey. Insieme a Paul Weller (voce e chitarra) e Bruce Foxton (basso), Buckler ha contribuito a definire il sound distintivo del gruppo, caratterizzato da una fusione di punk rock, new wave e influenze mod. La sua inconfondibile batteria ha sostenuto brani iconici come Going Underground, Town Called Malice e The Eton Rifles, che hanno scalato le classifiche britanniche tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.

Durante la loro carriera, i The Jam hanno pubblicato sei album in studio e piazzato diciotto singoli consecutivi nella Top 40 del Regno Unito, di cui quattro hanno raggiunto la prima posizione. Nonostante il successo, la band si sciolse nel dicembre 1982, con Weller che intraprese una nuova avventura musicale con gli Style Council e, successivamente, come solista.
Dopo lo scioglimento, Buckler si allontanò temporaneamente dal mondo della musica, dedicandosi a diverse attività, tra cui la progettazione e il restauro di mobili. Tuttavia, la passione per la musica non lo abbandonò mai: nel 2005 formò una nuova band, The Gift, insieme a Russell Hastings e Dave Moore, e successivamente si riunì a Foxton per esibirsi sotto il nome di From the Jam. Questa formazione portò avanti l’eredità musicale dei The Jam, eseguendo i classici del repertorio originale e mantenendo vivo lo spirito della band.
Oltre alla carriera musicale, Buckler ha condiviso le sue esperienze attraverso la scrittura, pubblicando diverse opere, tra cui l’autobiografia That’s Entertainment: My Life in The Jam del 2015, nella quale ripercorre con sincerità e non poca nostalgia la sua carriera con la band inglese.

La notizia della sua scomparsa ha suscitato numerose reazioni nel mondo della musica. Nonostante lo scioglimento della band, i suoi ex compagni hanno espresso un sincero cordoglio. Paul Weller ha raccontato:
Sono scioccato e rattristato dalla scomparsa di Rick. Ripenso a quando provavamo tutti nella mia camera da letto a Stanley Road, Woking. A tutti i pub e club in cui abbiamo suonato da ragazzi, fino alla realizzazione di un disco. Che viaggio! Siamo andati ben oltre i nostri sogni e ciò che abbiamo realizzato supera il tempo.
Anche Bruce Foxton ha reso omaggio all’amico e collega, definendolo “un bravo ragazzo e un gran batterista, i cui pattern innovativi hanno contribuito al nostro stile”.
La scomparsa di Rick Buckler non è solo la fine di una storia personale, ma la chiusura di un capitolo fondamentale del rock britannico. Il suo drumming ha dato ritmo a una generazione, attraverso brani iconici capaci di raccontare con estrema sottigliezza le contraddizioni della società britannica e occidentale e la complessità della moderna fauna urbana.
Solo una batteria come quella di Buckler ha saputo reggere il peso di fare da sottofondo a parole come quelle dei brani dei The Jam. Composta nel 1979, per dirne una, la canzone The Eton Rifles, sembra perfetta per essere ancora urlata a squarciagola nel 2025:
“What a catalyst you turned out to be, loaded the guns then you run off home for your tea”.
The Jam, The Eton Rifles.