Chi non conosce il Muretto, dove in parte la scena dell’Hip Hop Italiano è nata, dovrebbe leggere questo articolo. Non si parla solo di uno spazio fisico, ma di un vero e proprio punto di riferimento storico pre, e ora anche post, Social Network. Uno spazio fondamentale per tanti degli artisti che oggi ascoltiamo in cuffia o vediamo intervistati in Podcast e canali Youtube come: Real Talk, Esse Magazine, Redbull Droppa, Spit MTV Italia, Outpump. Dopo un periodo di silenzio, negli ultimi anni è tornato a vivere grazie alle azioni, ai bisogni e alla passione di un gruppo di artisti che, a partire dal 2023, ha riportato il freestyle al centro dei rumors. Ogni mercoledì sera, quell’angolo di cemento, si è trasformato in un epicentro culturale, attirando centinaia di persone con voglia di condividere corpo a corpo l’energia del Rap dal vivo e sostenere un movimento. Primi anni ’80, proprio lì, dove fermentava la Scienza doppia H anche in Italia, erano queste le zone protagoniste: Piazza San Babila, Corso Vittorio Emanuele, Largo Corsia dei Servi. Il Muretto di Milano: mattone dopo mattone.

Se avete visto rapper e DJ come Fabri Fibra, Club Dogo, Marracash, Jake La Furia, Guè, Emis Killa, Dargen D’amico (ex Corvo D’Argento), Lazza, Ensi, DJ Skizo, DJ Enzo e altri, questo pezzo di storia è indispensabile. Anche se avete calpestato del linoleum vicino ai campi da basket nelle piazze delle big cities o in provincia, tra i capitoli della storiaa del’Hip Hop non può mancare quello del Muretto. A fine anni ’90 e inizio 2000, Largo Corsia dei Servi a Milano era tappa obbligata per chi voleva iniziare nei Rap Contest, sputando rime e dando vita ad appunti su carta. Per gli appassionati di Street Culture era un punto di riferimento dove immergersi e condividere con la community un senso di appartenenza. Si incontrava chiunque: danzatori, chi improvvisava freestyle, gli MC (Master of Cerimonies), cultori del Beat Boxe, Skaters e Writers, tra bozze di graffiti o scambi di pantone per riempire lettere.

Un tempo esisteva un mondo in cui le persone si incontravano ogni giorno, senza la presenza dei Social. Niente gruppi su Facebook, WhatsApp o Telegram, nessun cyberbullismo, nessuna sindrome di Hikikomori, né leggi contro gli assembramenti. Incontrarsi era il modo naturale per prevenire, comunicare, sfidarsi, fare amicizia e affrontare le proprie paure. Al Muretto tutto questo era possibile senza selezione all’ingresso, praticando le celebri Arti dell’Hip Hop e i suoi quattro elementi, a cui si aggiunge un quinto spesso dimenticato: il Knowledge. La conoscenza della storia e delle radici di una cultura è fondamentale. Tutti potevano e possono partecipare, rappresentando un potente antidoto contro la marginalità. Quel mondo è cambiato: oggi i primi contatti avvengono spesso online, in chat o tramite e-mail. Con l’arrivo della grande Trasformazione Digitale, le comunità del Muretto hanno iniziato a frammentarsi, e il luogo ha attraversato diverse fasi che sembravano segnare la fine.
Non sono mancati i blitz e le minacce da parte di vicini e commercianti che, nel 2009 e nel 2012, hanno messo a rischio la continuità della line up di quel luogo, che settimanalmente ospitava bboy, bgirl e Cypher. Tra questi va ricordata la storica crew di Breakdance Bandits, che scivolava sui pavimenti di questo crocevia. Il fenomeno dell’Hip Hop, infatti, nasce nelle feste di quartiere (Block Parties) e solo in un secondo momento si trasforma in qualcosa di Pop. Dal 2023, la voglia di fare musica è tornata più forte che mai e un gruppo di artisti, tra cui Giuss Dawg, Cuta, Drimer, Trauma, Paps, Efsi9, Sconer, Casco, ha ripreso a incontrarsi proprio lì, dove tutto ha avuto inizio. Di mese in mese, attorno a queste reunion si è formato un vero e proprio movimento che ha unito passato e presente, mattone dopo mattone. Proprio con il singolo MATTONE#1 firmato Muretto Milano, i principali esponenti del collettivo hanno creato una fusione tra l’old school Rap e le influenze contemporanee della Trap. Citando Casco nella terza strofa del brano, che vede il featuring di Drimer:
Ci trovi in centro alla mischia, il pubblico salta, si agita, fischia
Ed in un mondo in cui conta l’immagine, noi gli diamo la peggiore mai vista
Mercoledì è giorno sacro come il sabato per un sionista
La strada mi ha reso un artista, cresciuto alla vista di questi mattoni
Come ogni struttura che si rispetti, le pareti hanno bisogno di solidità. In questo frenetico 2025, si ferma il tempo con MATTONE#2 a marzo, seguito da MATTONE#3 uscito il 7 maggio su tutti gli store digitali. Il nuovo singolo mostra un Muretto diverso, con voci che si aprono in modo inedito, raccontando la loro storia sul beat di P3nguin. Al ritornello «Milano guarda dall’alto, sa bene dove sto andando», si percepisce il legame tra territorio e persone. Una regola della Costituzione del Muretto è lasciare il luogo più pulito di come si è trovato, perché è lui a ospitarci. Con questa apertura senza censure e la politica del “no foto”, gli eventi legati al movimento sono aumentati, creando spazi per tante turbe giovanili che altrimenti resterebbero chiuse in cameretta o nei bagni di qualche club. A puntare i riflettori su questo ha contribuito la vittoria di Cuta nella seconda edizione di Nuova Scena con Fabri Fibra, Rose Villain e Geolier, che non ha mai nascosto di provenire dal Muretto di Milano, portando il pubblico mainstream a conoscere il luogo.

Qui è dove si continua a scrivere la storia, dove il Muretto porta l’esempio che questa cultura rappresenta la libertà di espressione come necessità e non solo per vile denaro. Nel backstage di quello che ogni mercoledì alle 20:00 si trasforma in momento sacro, c’è un impegno costante che porta avanti MURETTO BLASTER, CLASH4MI, KING OF THE YEAR, M1 BATTLE, CLUB MURETTO. «Puoi dire il ca**o che vuoi, ma dillo bene», questo è un altro dei punti della Costituzione insieme a «Non state addosso alle persone, siamo qui per rappare». Uno spazio in cui per tutte e tutti c’è rispetto, creando un ambiente safe dove sicuramente sarebbe interessante vedere più donne buttarsi nel cerchio e dire la propria, per spingere ancora più in alto l’evoluzione della pratica. Non c’è più niente da aggiungere se non 3,2,1… Muretto.
Il Muretto di Milano: mattone dopo mattone.
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