Oltre tent’anni di attività per il ROCKaFE Festival. Una delle realtà più resistenti d’Italia si trova a Ferrara dal 1993, frutto dell’amore tra Alberto Mezzaro e Silvia Veronesi, ex musicisti e partner in crime, con voglia di mettere a servizio del territorio la possibilità di ascoltare band emergenti e gruppi rinomati. Ispirandosi alla trasmissione televisiva Rock Cafè, in onda su Rai Due negli anni ’90, hanno costruito un’identità ben precisa che non ha mai smesso di suonare. Cresciuti insieme anno dopo anno, sono riusciti a raggiungere una line up con quaranta gruppi per edizione tra cui tanti indipendenti. Dove anche lo Ska Punk non è morto e dove il Cantautorato può susseguire il Progressive Rock e il Rap, c’è l’intenzione di permettere gratis alle persone di iniziare l’estate con il ritmo giusto e una proposta eterogenea. ROCKaFE Festival: senza limiti di genere

Il ROCKaFE ha collaborato negli anni con il ROXY BAR di Red Ronnie, i Buskers Festival, l’Associazione ROCK NO WAR e con diverse emittenti radiofoniche e televisive. Chi avrebbe mai detto che in un mondo a fini di lucro, anche nel 2025 sarebbe stato possibile sentire i concerti senza spendere soldi? Quando arriva il ROCKaFE comincia l’estate ed è così da più di 30 anni. A cavallo tra maggio e giugno nella caratteristica cornice del Parco della Fondazione Navarra si riunisce tutta la musica senza limiti di genere, dando una possibilità anche ai gruppi emergenti di esibirsi con brani autoprodotti, cavalcando lo stesso palco di grandi nomi ospiti come P.F.M. (Premiata Forneria Marconi), Meganoidi, Strike, Davide Shorty, Cisco, ARTA PANCIU ROM BAND e molti altri.
In questa edizione a farci venire La Tremarella sono gli storici Persiana Jones, importatori e diffusori dall’88 del genere Ska Punk in tutta la penisola. A precederli on stage saranno i Good Night Irene, gruppo Folk Irlandese che ha coniato il termine Gad Folk dove Gad sta per Giardino, Arianuova e Doro, l’unione di tre quartieri di Ferrara che circondano la stazione. La maggior parte dei residenti sono di origine straniera e ha mosso molte polemiche da parte del Comune. I Good Night Irene però si trovano a casa ovunque. Ispirati dai The Pogues dopo aver letto da giovani l’iconico Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi da dieci anni portano il Folk nelle osterie, nelle piazze e nei locali, tra una pinta di birra e l’altra Lontano dai problemi.

A raccontarci il progetto, la lotta per mantenerlo vivo e gli aneddoti indimenticabili del festival è Alberto Mezzaro, presidente del comitato San Maurelio ROCKaFE:
Parlaci del ROCKaFE. Da cosa è nata l’idea?
Tutto è iniziato insieme a mia moglie Silvia Veronesi, che oggi si occupa della programmazione artistica delle serate. Allora eravamo musicisti con la spinta di trovare uno spazio per le band che facevano musica emergente. Non c’erano realtà locali, gli spazi erano limitati e a noi non interessavano le cover ma i progetti artistici delle persone. Ci siamo ingranditi lasciando sempre presente il concorso per gruppi indipendenti.
Il festival però va avanti da 32 anni. Come avete fatto a sopravvivere mentre tutto il resto chiude e si ridimensiona?
In questi 32 anni tante cose sono cambiate, anche la dimensione live. All’inizio l’ambizione e l’obiettivo di tanti gruppi era di farsi conoscere dal vivo, ora invece si passa prima dalla piattaforma. Per nostra esperienza però, il contatto con il pubblico è fondamentale. Abbiamo raggiunto nel tempo traguardi impensabili, adattandoci alla scena contemporanea senza mai dimenticare di promuovere giovani artisti che propongono già del materiale interessante e hanno davanti a loro un buon cammino. Offriamo un bel palco in una cornice importante, con un service e una dignità che non sono scontati. Quando passi da una cantina o da un localino a 100 mq con impiantone e fonico, è importante come sfida.
Che valore ha per il territorio il festival?
Il ROCKaFE ha un valore anche sociale. Una delle nostre caratteristiche (che ha dei pro e dei contro), è che tutti noi siamo volontari. C’è chi lavora un anno intero tra burocrazia e praticità per montare le strutture, cucina e tutto il resto, ma lo facciamo proprio per la musica e per creare un ambiente di supporto al territorio che ha una notevole cassa di risonanza. Individuiamo una o più associazioni ogni anno a cui dare visibilità e investiamo gli utili in questo. E’ un segno di vicinanza reale per supportare il recupero di eventi tragici come il terremoto di Ferrara, l’alluvione che ha distrutto e invaso i comuni vicini o le scuole e gli asili inagibili. La musica può essere fatta in tanti modi ma è anche un ponte per veicolare idee.

Quest’anno chi avete deciso di sostenere?
Il Centro Donna Giustizia che lavora qua a Ferrara. La violenza, in particolar modo quella di genere, è una tematica purtroppo sempre presente nei notiziari. Crediamo sia importante inserire subito in un contesto di giovani questa consapevolezza. Vogliamo permettere alle persone di sensibilizzarsi ed educarsi sempre di più.
Quali saranno gli artisti di punta previsti in line – up in questa edizione?
Uno dei gruppi più conosciuti suona il 31 maggio, i Persiana Jones, storica band Torinese Ska Punk dal curriculum notevole. Abbiamo anche il grande ritorno il 6 giugno degli Strike. Tra i vari nomi anche Cimini cantautore, più vicino alle nuove generazioni. Ci sono tanti gruppi meno conosciuti alle masse ma che definiamo di punta in un altro senso. Spesso sono più forti di altri affermati. Ci lasciamo aperti all’inaspettato.
Saranno 12 giorni di musica ad accesso libero. E’ sempre stato così?
E’ importante precisare l’aspetto dell’accessibilità. Noi non abbiamo mai avuto preconcetti. Il ROCKaFE non è sempre stato così lungo. Ad oggi avvengono molte attività collaterali durante le giornate, una fra tante il concerto Jazz ad orario aperitivo, prima dei live. In passato, l’area dove si svolgeva era più grande. Ci siamo ridimensionati perché le cose cambiano, le realtà organizzative si adattano.
Qualche avvenimento indimenticabile in tutti questi anni?
La verità è che da noi artisti di tutti i tipi esulano dai ruoli che ricoprono tutti i giorni e si mettono in una posizione orizzontale. La libertà di fare quello che ci pare ha regalato tanti momenti indimenticabili. Non rimetterci è l’obbiettivo, divertirci è la regola e far stare bene la comunità portando qualità e aggregazione è ciò che ci fa tornare a casa felici. Contro ogni condizione meteo abbiamo sempre svolto la manifestazione, prima non c’era niente in questo periodo dell’anno, e sentivi una sensazione fisica nella pancia e nell’aria, all’arrivo del ROCKaFE.
ROCKaFE Festival: senza limiti di genere
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