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Ecca Vandal: urgenza creativa che sfugge alle definizioni

In foto Ecca Vandal

Punk, hip‑hop, elettronica, alternative rock e soul, un sound che non si fa incasellare: questa è Ecca Vandal.

Artista poliedrica e ribelle, non segue le mode e nemmeno formule preconfezionate: le frantuma. La sua musica racconta la storia di una donna che ha deciso di farsi spazio nel mondo a modo suo ed è come lei: instabile, travolgente, autentica.

Nata in Sudafrica da genitori Tamil e cresciuta a Melbourne, Ecca incarna un melting pot culturale che si riflette in ogni sua nota. Quando nel 2014 pubblica i primi singoli White Flag e Father Hu$$la, è chiaro che non stiamo ascoltando una semplice promessa. C’è già tutta l’energia di chi non intende farsi zittire, tutta la creatività di chi ha urgenza di raccontarsi.

Con l’EP End of Time, uscito nel 2016, la sua visione prende forma: punk, glitch elettronici, hip-hop, atmosfere urban e un’attitudine sonora che non chiede il permesso. È il manifesto di una voce nuova, potente, fuori dagli schemi. Brani come Battle Royal dall’EP, con le sue ritmiche serrate e i testi incisivi, esemplificano perfettamente questa poetica di sfida e autoaffermazione. Non a caso la sua forza comunicativa artistica viene notata e inizia molto presto a calcare i palchi dei festival più importanti in Australia, distinguendosi per i live infuocati e carichi di presenza scenica. Tra le sue performance più memorabili di questo periodo si annoverano quelle al Splendour in the Grass e al Bigsound.

Il 2017 è però il vero punto di svolta. L’album Ecca Vandal, titolo omonimo che prende il nome dall’artista, è una dichiarazione chiara e diretta di guerra all’omologazione. Ogni traccia è un frammento di identità, tra rabbia, introspezione e groove, tra elettronica graffiante e cori che sanno di strada. La sua visione è chiara, personale, potente, con brani quali Your Way a farne da manifesto.
Da quel momento, il suo nome inizia a circolare anche fuori dall’Australia, grazie a tour in UK e apparizioni in festival internazionali.

Nel 2019 conquista il Levi’s Music Prize e, con esso, l’opportunità di espandere il suo progetto. Si immerge in collaborazioni che la portano a contatto con nuove influenze estremamente interessanti e fruttuose: Alice Ivy, Sampa The Great, Birdz, DZ Deathrays. Ogni incontro è un’occasione per esplorare sfumature diverse, e lei lo fa con la naturalezza di chi non teme il cambiamento.

Poi arriva il silenzio. Una pausa necessaria, forse inevitabile. Ma non si tratta di una ritirata, è piuttosto una studiata preparazione. Quando infatti nel 2024 torna con Bleed But Never Die, qualcosa cambia. Il brano vibra di una rinnovata forza e vulnerabilità, differente rispetto ai lavori precedenti, si tratta di un grido sommesso che parla di resilienza e sopravvivenza emotiva. Ha la forza di una confessione, ma anche la lucidità di chi ha imparato a conoscersi davvero.

E da lì in poi, tutto accelera. I singoli del 2025, sempre più introspettivi e maturi, sono influenzati da atmosfere trip-hop e soul elettronico e segnano una nuova fase del suo percorso. Ed è proprio in questo periodo che il suo pubblico si amplia in modo esponenziale. Le sue canzoni iniziano a circolare ovunque, e anche chi non l’aveva mai incontrata prima si ritrova travolto dalla sua voce e dalla sua visione.

Anche dal vivo, come dimostrato nei concerti in apertura ai Limp Bizkit durante il tour europeo del 2025, Ecca Vandal rimane sempre fedele a sé stessa: sale sul palco con grinta, carisma e una presenza che cattura, confermando di quanto la sua arte sia una necessità personale, un’energia che viene da dentro e arriva dritta a chi ascolta.
È proprio questa autenticità, unita a scelte coraggiose, a suoni che si scontrano e si fondono, e a testi che parlano chiaro, a imprimerla nella mente di chi la ascolta, permettendole oggi più che mai di toccare corde profonde e raggiungere un pubblico sempre più ampio senza mai perdere la propria essenza.

Link utili:
Sito ufficiale di Ecca Vandal 
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