Il rumore non ha genere nè sesso, ma sicuramente fa esplodere il mosh pit sotto ogni stage che si rispetti. Ancora una volta, il Punk Rock UK ribalta le carte in tavola in un periodo di grandi ramificazioni e sottogeneri musicali difficile da inquadrare. Dopo Sid Vicious con i Sex Pistols e l’ondata rivoluzionaria dell’88, tutto sembrava molto Rock ‘n’ Roll e poco Punk, ma poi sono successe grandi cose nello scenario della musica occidentale a noi nota. Ora è il caso delle Lambrini Girls, nel pieno della Gender Equality e della spinta all’empowerment femminile.

Siamo nel 2025, ma stanno ancora infiammando e ispirando l’underground culture molte band del passato come Bad Religion, Social Distortion, Lazy Cowgirls e per i più nerd Jeff Dahl, ex membro dei Vox Pop, che fece uscire Rock N Roll Critic nel 77. Quando l’ondata punk si è trasformata nelle derivazioni Metalcore e Nu Metal negli USA, anche il pogo si è trasformato diventando un caos organizzato. Ora i tempi sono cambiati, ma la musica rinnova costantemente il bisogno di bad apples, le mele marce che nella traccia Bad Apple dell’album Who let the dogs out, le Lambrini Girls citano costantemente chiedendo al comando di polizia:
Officer, what seems to be the fucking problem?

C’è chi la definisce la nuova frontiera del Post – Post – Punk. Inizialmente il progetto Lambrini includeva anche la batterista Catt Jack, formando un trio scenico mozzafiato, di chiome più o meno lunghe, sicuramente bionde e senza dubbio molto incazzate. Ora sono rimaste Phoebe Lunny e Lilly Macieira prodotte da Daniel Fox, il bassista dei Gilla Band: ottima scelta. Partite nel 2023 con l’EP You’re Welcome, hanno esordito citando e prendendo in giro i londinesi The Libertines nella prima traccia Boys in the band, giocando con il titolo sia nel testo che nel video ufficiale del pezzo. Parlano del privilegio dei boys, rimarcando nell’intro la volontà di denunciare gli abusi all’interno della scena musicale, senza paura di incitare tutti e tutte a chiamare fuori i propri compagni.
Call out your mates, don’t retraumatise victims and have the awarness to make sure you’re looking out for others.
Nella seconda metà degli anni 10 del 2000 in Inghilterra, è stato l’argomento Brexit a catalizzare l’attenzione dei musicisti. Abbiamo assistito al parto dell’acid poetry di Sleaford Mods e Kae Tempest e ai live degli Idles. A proposito di Idles, nel 2024 presso l’Alexandra Palace di Londra, è stato proprio il duo Lambrini Girls ad aprire il concerto della band di Bristol all’uscita dell’ ultimo album Tangk. Un curriculum sempre più avvincente per due figlie di un’epoca problematica, dove non è così semplice farsi spazio e ottenere visibilità senza scadere nel pop mainstream a volte trash. Anche essere parte del movimento femminista, sostenere i diritti LGBTQ+, e chiedere a gran voce di cessare il fuoco nei territori invasi, può diventare marketing. Loro non ci stanno però. Loro vogliono fare bene la musica, e lo fanno spaccando a suoni di Glitch Punk nelle grafiche e nelle animazioni video.

Who Let the Dogs Out dei Baha Men, originariamente dal titolo Doggie scritta da Anslem Douglas, fu più che altro una canzone nota per il ritornello con l’abbaio di un cane in cima alle classifiche del Regno Unito nel 2000. Venne utilizzata per il film Rugrats in Paris: The Movie ma anche come inno all’interno degli stadi per incitare le masse. E’ stupendo come ancora una volta, le Lambrini Girls, abbiano voluto stravolgere una hit d’altri tempi spopolata dentro e fuori dal loro territorio d’origine, dando lo stesso nome Who let the dogs out, all’album con cui hanno battezzato il nuovo anno. E’ appena uscito il video ufficiale di No Homo, una delle tracce più iconiche. L’1 Marzo volano live al Bronson Club di Ravenna anche in Italia e i biglietti sono disponibili su DICE. Brighton torna a prendersi l’Inghilterra e l’Europa così, con la giusta riotness.
You see I’m trying to tell you something
And it’s the opposite of what no homo means
But for the sake of full transparency
I like your face and it’s in a gay way
Homo