Leyla El Abiri sposa perfettamente il concetto di spirito creativo: un fuoco generatore che si esprime attraverso più linguaggi, prediligendo il codice musicale come mezzo espressivo capace di rendere la profondità, leggera.

Classe 1999, Leyla si muove in un mondo di sonorità alt-rock con risultato ipnotico e poetico, dove la malinconia non è condizione fissa dello spirito ma punto di partenza per una rivoluzione artistica sincera e collettiva. Il singolo in uscita oggi, venerdì 7 marzo, racchiude perfettamente i concetti espressi poc’anzi, anticipando al contempo il secondo EP ufficiale dell’artista.
Uno stile in evoluzione ma sempre più definito, possibile da intuire e gustare anche nei primi lavori della giovane musicista. Dai primi singoli Caffè (2018), Bigiotteria (2021) Fuoco e Fiamme (2021) fino al primo EP OH NO! (2022), risulta chiaro come per Leyla essere indipendente sia una filosofia che mantiene la purezza espressiva e l’innocente gioia di creare per il gusto di farlo; ed ecco che torna il concetto di animo estroso: foto, videoclip, grafiche, creazione del merch… Leyla è un’artista a 360 gradi, che tiene all’espressione massima del proprio flusso profondo, senza tenere conto dell’esterno per mostrare l’interno, ma partendo dall’intimo per poi connettersi spontaneamente con il mondo circostante, nel suo essere artista, nel suo essere donna e comunicatrice.
Chiaro ormai quanto Leyla come artista e musicista comunichi messaggi profondi e impegnati, dove smuove sentimenti e coscienze: il brano in uscita oggi, Speciale, ne è esempio perfetto.
Speciale anticipa squisitamente il secondo EP della cantante, dalle sonorità che stimolino reazioni e la voglia di mettere in discussione diversi stigma. Un brano e un EP da cui emergono l’accettazione della rabbia ma come sentimento umano da abbracciare con garbo per evolvere, non come incontrollabile istinto distruttivo. E anche lo fosse, bene abbandonarsi all’istintivo e atavico bisogno di sfogare, specialmente se donna – in quanto la società tuttora vede il sesso femminile come necessariamente docile, elegante, impeccabile, fragile – .

Sentimenti come la rabbia sono invece vitali ed esprimerli vuol dire anche iniziare a trasformarli: la rabbia, se e quando trasformata, accorcia distanze piuttosto che aumentarle. In questo contesto Speciale fa emergere un dolore intimo che si trasforma in reazione decisa ma mai violenta, comunque capace di cambiare le carte in tavola e nella libertà di esprimersi così come lo si sente:
Ho scritto Speciale pensando a me stessa. Ho pensato alla vera me stessa, quella che si nasconde, la persona peggiore di questo pianeta con i peggiori vizi e assolutamente nessuna virtù. Ho riflettuto su quello che provo spesso, quello che tante donne sentono quando non sanno più chi sono, se la versione di sé stesse che tutti vedono ogni giorno oppure se tolta la maschera c’è una creatura viscida, meschina, inutile. Parla di sindrome dell’impostore, parla di lamponi, rossi e perfetti fuori ma vuoti al loro interno. Ho cercato una verità ma non l’ho trovata, ho cercato una soluzione ma non ho trovato neanche quella. Forse a volte, l’unica cosa da fare è arrabbiarsi, sfogarsi e infine indossare la propria inadeguatezza.
Leyla El Abiri, cantante, musicista e autrice di revolutionrock.it
Ha condiviso durante il nostro author to author Leyla, con parole che fanno comprendere quanto in un momento apparentemente distante dal sentire umano – dove anche l’arte alle volte appare prodotto da dover vendere, mezzo che deve esprimere “perfezioni” – c’è ancora chi crea dal proprio nucleo con purezza e armonia, per Sentire e far sentire.
