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Sab 18 Maggio, 2024 - 20:05

Sanremo 2024, il Festival della Canzone Italiana: ancora pochi giorni per scrivere insieme un altro passo di storia

Il 29 gennaio del 1951, presso il Teatro del Casinò di Sanremo, venne annunciato alla radio l’inizio del Festival della Canzone Italiana, un’idea di Angelo Nicola Amato e condotto da Nunzio Filogamo

Signore e Signori, benvenuti al Casinò di Sanremo per un’eccezionale serata organizzata dalla Rai, una serata della canzone con l’orchestra di Cinico Angelini

Di quella “prima volta” non ne rimase quasi traccia, se non una carriera di successi ed edizioni senza eguali, oltre ad incidere per sempre un capitolo emozionante della nostra storia, culturalmente e socialmente. Correva l’anno 1951, l’avvento della televisione doveva attendere ancora un paio anni, ma a trasmettere ciò che sarebbe stata la manifestazione per eccellenza della canzone Italiana, fu compito della radio. La prima edizione vide tre cantanti in gara, con l’esibizione canora di tutte e venti le canzoni scelte. Il pubblico radiofonico ne decretò il successo con un’elevatissima partecipazione di ascolti.

29 Gennaio 1951, il primo Festival 

Era il 1952, editori, autori e artisti gareggiano per partecipare alla manifestazione. Furono 140 le canzoni che giunsero alla commissione, con un totale di 380 composizioni. Momenti decisivi che hanno caratterizzato la kermesse musicale, dal dopoguerra fino ai giorni nostri, vengono conservati con preziosità nell’archivio storico dello spettacolo Italiano. Il festival è il riflesso della nostra società. La sua forma variabile naviga sempre verso la ricerca di trasformazioni, Il Festival muta, si adegua alla realtà dei tempi presenti e non rinuncia agli scandali, anzi. 

Nelle primissime edizioni vinsero canzoni come: “Grazie dei fiori” e “Vola colomba” di Nilla Pizzi, che fecero da sfondo per il periodo storico del dopoguerra. L’immagine della nostra società stava mutando, il Festival accompagnava questo cambiamento. Il 3 gennaio del 1954, venne trasmesso in Eurovisione da Raiuno. Nel 1964, Gigliola Cinquetti vinceva con “Non ho l’età”, nel 1969 “Zingara” di Iva Zanicchi si aggiudicava il primo posto. Il paese riconquistava il valore della vita, una vita che deve essere goduta per motivi ben precisi che la storia insegna. Nel 1971 la melodia di Adriano Celentano con “Chi non lavora non fa l’amore” vince l’edizione. 

Omaggio alla vincitrice della prima edizione del Festival: Nilla Pizzi

La manifestazione svolta fino al 1976 al Teatro del Casinò si trasferì successivamente al Teatro Ariston. Gli italiani, popolo di miti, santi e leggende si sviluppano professionalmente non solo attraverso allenatori della nazionale, ma anche nelle conduzioni di spettacoli televisivi: ben 13 edizioni vennero capitanate da Pippo Baudo e 11 da Mike Buongiorno. Correva l’anno 1984, oltre alla categoria dei “Big” vengono proclamate le nuove proposte. Nel 1982 il primo premio della stampa “Premio della critica” dedicato all’indimenticabile Mia Martini. 

Il Festival della Canzone Italiana, svolto a SanremoCittà dei fiori e delle canzoni”, diviene scenario internazionale di annunci che interessano l’attualità: gli slogan, le proteste e grandi ospitate, ove il tutto crea un’atmosfera magica che accompagna la manifestazione. Celebrità, amarcord, piccole star, rime semplici, brani popolari e fiori hanno fatto sì che il Festival della Canzone, diventasse parte della cultura Italiana e specchio della nostra società. Tra i passi storici del 1961: lo scatto di Adriano Celentano, custodito all’interno dell’archivio fotografico di Sanremo. Canta “24000 baci” porgendo le spalle al suo pubblico del Casinò di Sanremo.

Adriano Celentano di spalle al suo pubblico mentre canta “24000 baci

L’esibizione a Sanremo di Rino Gaetano nel 1978, consacrò un mito, con un cilindro ed un ukulele intonando “Gianna”. Canzone che conquistò il terzo posto con giochi di parole e accostamenti insoliti, quelli amati dalla generazione del ‘78. Il paese lo definisce “poeta soldato”, lo acclama, lo ricorda commosso, lo ringrazia per la ventata di innovazione e ribellione portata nel piccolo schermo e in milioni di case. Per la prima volta venne pronunciata la parola “sesso” con un risultato di scandalo e clamore

Gianna è una ragazza, una quindicenne che si pone un grave problema: che faccio – chiede a se stessa– mi politicizzo subito o prima aspetto di diventare donna? Una dura lotta che poi non si risolve, perché alla fine fa tutte e due le cose insieme. Senza annientare l’una o l’atra parte

Rino Gaetano intona “Gianna” sul palco di Sanremo nel 1978

Il 26 gennaio 1967, l’edizione più triste del festival, vide esibirsi su quel palco tanto acclamato, Luigi Tenco con la canzone “Ciao amore ciao” . Un verso della sua canzone intonava: «Per saper se domani si vive o si muore e un bel giorno dire basta e andare via, Ciao amore, ciao amore ». Quell’edizione spiegò le ali di un finale perduto, Tenco si suicidò il 27 gennaio 1967, a 29 anni. All’universo della musica lascia un’eredità di tre album e quattro raccolte oltre al grande vuoto. Luigi Tenco rivive nei ricordi di generazioni di Italiani e di artisti che non lo hanno mai dimenticato. 

Nel 1995, un disoccupato bolognese di nome Pino Pagano minacciò di suicidarsi gettandosi dalla balconata dell’Ariston, durante il Festival di Sanremo. Tuttavia, alcuni anni dopo, Pagano ammise che l’intera situazione era stata orchestrata. Anche questo è Festival di Sanremo

Pippo Baudo salva Pino Pagano dal finto suicidio al Festival di Sanremo

Era il 1980, correva l’anno del trentesimo festival di Sanremo presso il Teatro Ariston, condotto da Claudio Cecchetto con la partecipazione di Roberto Benigni e Olimpia Carlisi, allora compagna del comico. I tempi non garantivano la libertà di amare ed essere amati in pubblico, per via dei pregiudizi e dell’estremizzazione dei buoni costumi. Benigni in quell’edizione segnò uno scandalo che apriva le porte agli anni che sarebbero arrivati: un bacio appassionato lungo quasi un minuto

Gli anni passano, le edizioni continuano, i baci non mancano di certo. Questa volta con più libertà, priva di quell’ebrezza da scandalo anni ’80. Nell’edizione del Festival di Sanremo 2023, Rosa Chemical durante l’esibizione, finge un momento di pura libido con Fedez, seguito da un travolgente bacio sulla bocca

Il bacio tra Fedez e Rosa Chemical

Anno 2021, ricordata come l’edizione che ha visto emergere la stella dei Maneskin. La loro canzone “Zitti e buoni” non solo ha garantito alla band il successo nazionale, ma ha anche portato il gruppo a vincere l’Eurovision Song Contest, consolidando il loro successo a livello internazionale

L’edizione 2022, ha subito fin dall’inizio il dibattito della vittoria tra “Brividi” di Mahmood e Blanco e “O forse sei tu” di Elisa. Questa competizione testa a testa ha visto prevalere “Brividi”.

Marco Mengoni ha trionfato nell’edizione del Festival di Sanremo 2023 con la sua canzone “Due vite”, ottenendo così il privilegio di rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest 2023, tenutosi a Liverpool, dove si è classificato al quarto posto.

Marco Mengoni vincitore della 73° edizione del Festival

La prossima edizione del Festival di Sanremo è alle porte, svolta dal 6 al 10 febbraio al Teatro Ariston, direttore artistico per la quinta volta: Amadeus. Gli artisti in gara saranno 30 e le cover di routine delle ultime edizioni non mancheranno sul palco. Fiorello in esclusiva le ha annunciate durante il suo programma “Viva Rai2!”, la serata cover si svolgerà nella quarta puntata.

Il direttore artistico Amadeus, ha annunciato che nel corso della 74° edizione verranno celebrate le canzoni che hanno segnato la storia del Festival di Sanremo: “E poi” di Giorgia e “Terra promessa” di Eros Ramazzotti celebreranno 40 anni, mentre “Non ho l’età” di Gigliola Cinquetti festeggerà i 60 anni

Negli ultimi anni, il primo ascolto delle canzoni in gara è riservato alla stampa. La linea espressa è un mix di ballad e brani up-tempo, dalla tradizionale melodia alle più recenti influenze, per compiacere sempre più gusti e target. Un ventaglio musicale che mira ad un panorama discografico esaustivo ed attuale. Al primo ascolto non spicca nessun favorito. La stampa ha dato i suoi pareri, l’ipotesi che questi giudizi potrebbero cambiare durante la gara è molto alto. 

74° edizione del Festival della Canzone Italiana

Clara, “Diamanti grezzi”: vincitrice di Sanremo Giovani porterà in gara un mix tra urban e dance. Restituisce al brano sfaccettature multiformi, con un ritornello ritmicamente spinto che tende a farsi notare. Diodato, “Ti muovi”: riparte con una melodia elegante, in linea con il suo stile. Mahmood, “Tuta Gold”: dopo aver superato le sfide di “Brividi”, si affida alla collaudata formula che lo ha contraddistinto: sonorità urbane con accenni orientali.

Sangiovanni, “Finiscimi”: un brano che segna una svolta rispetto a “Lady” e “Farfalle”. Il giovane cantautore ritorna con una ballad di beat contemporanei. Loredana Bertè, “Pazza”: chitarra distorta e batteria incisiva generano una melodia lineare ma efficace. Nel testo «Prima ti dicono basta, sei pazza / e poi ti fanno santa». Bnkr44, “Governo punk”: la stampa afferma che il punk si manifesta principalmente nel titolo e in alcune dichiarazioni del testo: «Stamattina io mi lavo i denti col gin».

Alessandra Amoroso, “Fino a qui”: la presenza di Takagi & Ketra tra gli autori potrebbe far pensare a un brano più orientato alla danza. Fred De Palma, “Il cielo non ci vuole”: debutto del cantante, si discosta dal rap e addirittura dal reggaeton, proponendo un brano pensato per essere ascoltato a tutto volume in auto. Fiorella Mannoia, “Mariposa”: mostra un atteggiamento disinvolto e divertente. Il brano è avvolgente e ballabile, con una descrizione articolata delle molteplici sfaccettature della donna.

Fiorella Mannoia

The Kolors, “Un ragazzo una ragazza”: presentano un ingresso sprint che cattura immediatamente l’attenzione. Il tutto è impreziosito da una generosa dose di suoni disco e richiami agli anni ’80. Questo brano ha il potenziale per dominare l’estate. Emma Marrone, “Apnea”: caratterizzata da suoni elettronici e ritmo incalzante.

I Santi Francesi, “L’amore in bocca”: vincitori di “X Factor” e con un passato ad “Amici”, debuttano con un brano che si distingue per un’evoluzione in crescendo ed un progressivo sviluppo di suoni. Rose Villain, “Click Boom”: un curioso mix di momenti urbani e altri più classicamente melodici, con un ritornello accattivante da club. I Negramaro, “Ricominciamo tutto”: la canzone mescola melodia italiana con citazioni di Battisti: «le bionde trecce» e chitarre alla U2.

Big Mama, “La rabbia non ti basta”: al primo ascolto emergono subito gli ambiti sonori in cui si collocherà. Francesco Renga e Nek, “Pazzo di te”: la sintonia tra i due emerge in modo evidente in questa canzone, dove l’alternanza e l’armonia delle voci rappresentano un vero punto di forza.  Ghali, “Casa Mia”: l’impressione è quella di essere un cantante in cerca di una posizione intermedia, tra le sue radici nell’ambiente urban e scenari più ampiamente pop

Ghali

Irama, “Tu no”: con un inizio di impatto, caratterizzato da un acuto che si trasforma in un urlo, o viceversa. Il risultato è un’atmosfera intensa e vibranteAngelina Mango, “La noia”: unisce il suo mondo a quello di Madame e Dardust, co-autori della musica e del testo. Questo incontro si traduce in una frenetica cumbia, in cui il cambiamento è una fuga dalla noia: «Muoio perché morire rende i giorni più umani / Vivo perché soffrire fa le gioie più grandi».

Geolier, “I p’me tu p’te”: rappresentante del fenomeno dell’urban partenopeo. Appare come un elemento alieno sul palco dell’Ariston, ma considerando il successo che ha ottenuto, si configura come un augurio positivo. Maninni, “Spettacolare”: ha attraversato Sanremo Giovani e rimane un oggetto misterioso per molti. È evidente che abbia studiato seguendo le linee di Tommaso Paradiso, ma allo stesso tempo fa un cenno al nostalgico ricordo degli anni ’90

La Sad, “Autodistruttivo”: la band suscita molta curiosità. Il brano è autodistruttivo, almeno nel senso di essere uno dei pochi che si ispira al rock, sebbene più nello spirito che nei suoni. Potrebbero essere meno rivoluzionari di quanto alcuni pensino. Gazzelle, “Tutto qui”: un approccio cantautorale arricchito da un tocco di leggerezza pop. La canzone apre una finestra sul mondo indie: «Vorrei guardare il passato con te / addosso al muro con il proiettore / viverlo insieme un minuto anche tre / scappare per un po’ da Roma Nord».

Gazzelle

Annalisa, “Sinceramente”: con un bridge che fa un accenno al mondo di Raffaella Carrà. Le armonie del ritornello introducono un elemento inaspettato che rende l’intero pezzo meno prevedibile. Alfa, “Vai!”: l’influenza di Ed Sheeran è evidente e l’obiettivo sembra essere quello di far battere il piede e muovere il bacino, più che concentrarsi sul testo. 

Il Volo, “Capolavoro”: la scelta di un titolo così ambizioso richiede personalità o forse un po’ di incoscienza. I tre artisti riducono al minimo l’utilizzo della voce, mantenendo un’impaginazione lirica e rimanendo ancorati alla tradizione. Dargen D’Amico, “Onda alta”: torna in un territorio familiare dopo il successo di “Dove si balla”. La canzone presenta una cassa dritta, giochi di parole e un ritornello irresistibile

Il Tre, “Fragili”: sfrutta appieno il palcoscenico dell’Ariston, mostrando tutte le sue abilità. Il rap fa la sua comparsa con un flow rapidissimo. Un’esibizione da tenere d’occhio.  Mr. Rain, “Due altalene“: cerca di replicare il successo sorprendente di “Supereroi” dell’anno scorso. Questa volta, mostra il lato più delicato della sua proposta musicale.  Ricchi e Poveri, “Ma non tutta la vita”: ritornano al Festival per la tredicesima volta con un sorprendente affronto della contemporaneità, tra suoni elettronici e una cassa dritta.

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