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Lunga vita ai Working Men’s Club

Tante news dal fronte Working Men’s Club. Il 12 settembre 2025 sarà Sydney Minsky-Sargeant, frontman della band UK, a pubblicare un nuovo album solista intitolato Lunga dopo un periodo di calma (apparente). Il primo singolo I Don’t Wanna è già online su tutte le piattaforme come antipasto al disco e Sydney ora è parte integrante dei Demise Of Love. Uno dei molti esempi di come dalla provincia si possa sbocciare. Todmorden è un paesotto situato nel West Yorkshire inglese da cui infatti proviene il la voce dei WMC. Non bastano la piattezza estetica e la povertà di eventi culturali ai margini delle big cities per fermare la penna e lui lo sapeva, facendone punto di forza in grado di tenere sempre presenti quell’umiltà e quella realness che lo hanno portato a scrivere il primo pezzo per il gruppo. Dalla sfrontatezza del Post Punk alle influenze Dance, è difficile comprendere cosa porteranno sui prossimi palchi.

Working men’s club, 2020, foto di Oliver Halstead

Meglio un attacco di cuore sincero del sangue amaro che scorre tra due amanti insieme per utilità. L’omaggio a John Cooper Clarke lo dice forte, con quel bip elettronico in loop, a ricordare in sottofondo il rumore pulsante che il cuore continua a produrre, anche quando ci sentiamo morire. Scelta chiara, quella di intitolare uno dei brani dell’album Working Men’s Club, proprio con il nome di Clarke, icona del nord e «uno degli ultimi veri punk rimasti» a detta dei membri della band. Un pandemico incontro sonoro a colpi di fear fear che ha permesso di decollare ai primi quattro componenti, tramutandosi poi nella formazione che oggi vede oltre a Sydney: Hannah Cobb, Mairead O’Connor e Liam Ogburn.

Working men’s club in concerto a Brighton, 2022, foto di Robert Barrett

Tripudio di Synth stile Cabaret Voltaire e The Human League, magazzini fatiscenti e ferramenta arrugginita, questo è il punto.  Non amano il mondo dell’industria discografica, non amano la lotta al potere per accaparrarsi dischi d’oro o prime posizioni in classifica, non amano nemmeno gli Idles, gli Sport Team, Andrew Neil e la BBC a quanto pare. Entrare nel mondo dello Show biz appena maggiorenni non è sicuro semplice ed essere incasellati come un gruppo Revival Post Punk ha instillato nei Working Men’s Club un’indifferenza ancora più marcata verso i numeri di vendita. Non è il successo ad attrarli, soprattutto al cantante, tanto da dichiarare con fierezza e serenità in un’intervista per Loud and Quiet: «Se tra dieci anni lavorerò come postino, starò ancora armeggiando con i sintetizzatori. Questo te lo posso garantire.»

Video ufficiale di Teeth, dall’album Working Men’s Club dei Working Men’s Club, 2020

Una storia ancora da scrivere nonostante i precedenti, quella dei Working Men’s Club che infatti proseguono a testa alta in linea con la scelta del nome. I club degli operai sono infatti storicamente dei circoli sociali privati britannici, creati verso la seconda metà del 1800 per offrire svago e istruzione agli uomini della classe operaia e alle loro famiglie. Quando ancora i sindacati valevano la pena di essere utilizzati e la solidarietà tra i dipendenti stava sopra il padrone, era importante trovarsi dopo la routine casa – lavoro. Nel caveau della musica, l’intrattenimento di certo non manca. Tra sale da biliardo, sgabelli e divani beije con schienale, non solo bingo e lotterie, ma anche Dance Rock, Synth Pop e Punk spinta a quanto pare. C’è una sala molto più grande della sala concerti ed è quella del dissenso, che nell’iconica Cook a Coffee esce così:

‘Turn on the radio, cook a coffee
She mentions BBC and watches me
Turn on the radio, cook a coffee
She mentions BBC and watches me

Defecate, defecate, defecate.’

Working Men’s Club live ial The Ritz, Tour 2022, Manchester, foto di Piran Aston Music

E dopo l’apertura del nuovo album con I Don’t Wanna, dal video stile KEROSENE targata Crystal Castles, rimaniamo con l’attesa che aumenta il desiderio di sentire la track list integrale di Lunga. Un’alternanza di corpi, tra pelle e contatto, intervallata da dettagli botanici e la semplicità di una chitarra acustica. Quali città e paesi toccherà il prossimo tour del gruppo? Sydney Minsky-Sargeant avrà barattato la sua dose di irriverenza in squadra, in cambio di una manciata di emotività solista? Avranno ancora quella sfacciataggine di una adolescenza distruttivamente utopica? Nella speranza che la rabbia si trasformi in catarsi: lunga vita ai Working Men’s Club.

Video ufficiale di I Don’t Wanna, primo singolo già fruibile del nuovo album Lunga, in uscita a settembre 2025

Lunga vita ai Working Men’s Club.

WORKING MEN’S CLUB: website / instagram

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